Articoli
Educare alle pari opportunità
- Dettagli
-
Visite: 7372
di Rita Cioffi
Gli stereotipi
condizionano il nostro modo di agire e la società stessa. L’uso degli stereotipi di genere conduce ad
una percezione rigida e distorta della realtà, che si basa su ciò che
noi intendiamo per “femminile” e “maschile” e su ciò che ci aspettiamo dalle
donne e dagli uomini.Ci serviamo di immagini generalizzate che riducono la
complessità del nostro pensiero, del nostro agire e dell’ambiente e nel
contempo annullano le differenze individuali all’interno dei singoli gruppi. L’educazione può
avere un ruolo fondamentale e
la scuola fa la
differenza. Ancora
oggi gli stereotipi condizionano i
ragazzi e le ragazze nel proprio percorso di studi, nel caso delle ragazze significa
chiudersi a determinate possibilità professionali, ma anche nel caso dei
ragazzi significa precludersi a percorsi
alternativi che non siano tecnico-scientifici, ancora prima di provare ad
accedervi. ”Abbassa lo stereo(tipo)" è un invito a rinunciare agli stereotipi ed incominciare a
guardare uomini e donne con occhi diversi, suggerendo che uomini e donne
possono imparare a confrontarsi al di là di schemi prefissati e ad ascoltarsi
meglio. E', pertanto, un problema di educazione. Sono
le agenzie formative (ad esempio la famiglia e la scuola) che, per prime, dovrebbero educare i bambini
e le bambine, con lo scopo di evitare che la disuguaglianza di genere si
trasformi, negli anni, in disuguaglianza sociale, nel lavoro e nella vita.
Educare alla presa di coscienza e alla lotta contro stereotipi significa
stimolare negli studenti e nelle studentesse lo spirito critico, stimolare a riconoscersi in valori positivi,
incentivando la decostruzione di stereotipi e dei pregiudizi, attraverso
attività stimolanti e significativi da realizzare in classe e con interscambi
con il territorio.
Perché
un progetto di ricerca-azione sull’abbattimento degli stereotipi di genere
nella scuola?
Nell’ambiente scolastico le differenze di genere emergono
quotidianamente in ogni situazione pratica: dalla gestione dei giochi alla
suddivisione dei compiti, dalle richieste di comportamento alla realizzazione
della programmazione disciplinare. Educare alle pari opportunità significa contribuire a modificare
atteggiamenti e mentalità, a superare gli stereotipi attraverso l'elaborazione
di strumenti educativi e "azioni positive", costituisce lo
stimolo per far pensare i bambini e le bambine
sulle differenze di genere e permettere loro di focalizzarne
l’esistenza, offrendo strumenti per l’utilizzo delle differenze stesse, intese
come risorsa e come ricchezza piuttosto che come barriera e come chiusura
all’altro da sé.
La relazione interpersonale che si stabilisce
nell’ambiente scolastico grazie alla mediazione formativa dei docenti è, secondo
me, la via privilegiata per far crescere le nuove generazioni in una cultura
paritaria: è nella quotidianità scolastica che si praticano concretamente le
pari opportunità con l’integrazione delle diverse abilità, con i progetti di
intercultura, con le molteplici attività di riduzione del disagio socialeCome campo di esplorazione, di attività didattica, di
elaborazione creativa viene suggerita la riflessione sui modelli di
comportamento, partendo dal vissuto quotidiano.
Si propone una sintesi delle buone pratiche di relazione
e di convivenza civile e, contemporaneamente, si mettono in discussione i più
diffusi luoghi comuni della discriminazione, come spunto per sollecitare una visione più critica e
oggettiva.
La costruzione della propria identità personale
passa attraverso processi di identificazione di genere e porta i bambini e le
bambine, in modo naturale, ad autodefinirsi, a riconoscersi nelle categorie dei
maschi e delle femmine e ad apprenderne precocemente i comportamenti.
Precocemente avviene l’acquisizione di
identità di ruolo con la conseguente acquisizione di schemi di comportamento, di
valori e di modelli sociali.
Osservare, riflettere sulle
differenze fra maschile e femminile “giocando con gli stereotipi” darà luogo ad
esperienze di confronto. Le differenze di genere sono tramite di relazione e di
reciprocità.
Quale metodologia?
Viene privilegiato un approccio prevalentemente operativo e cooperativo che motivi gli alunni, stimolando la riflessione e
l'analisi in modo da consentire la maggiore creatività possibile e affinché
tutti, al di là delle singole capacità, possano partecipare attivamente ai
lavori della classe, utilizzando tutte le tecniche: dalla simulazione
al problem solving, dallo studio individuale al brainstorming.
Si ha cura, a tale proposito, di attuare una metodologia progressiva che vada dal semplice al complesso: dalla
raccolta dei dati esperenziali, alla
conoscenza degli stessi, dalla comprensione alla comparazione delle tematiche
nel loro complesso, dall'elaborazione dei dati alla rielaborazione critica,
fino alla sintesi di conoscenze e alle competenze comunicative non solo scritte ma
anche verbali.
Vengono favorite, in generale, tutte le attività che
facilitano:
-
l’ esplicitazione
delle emozioni,
-
la condivisione di
compiti,
-
la cooperazione al
posto della competizione,
-
la scoperta di
nuovi punti di vista e di nuovi modi di interagire.
Nella scuola si ha a che fare con bambini e bambine,
studenti e studentesse che compiono passaggi evolutivi difficile e molto
significativi, caratterizzati da forti cambiamenti e da modi di reagire alle
esperienze di vita molto diversi. L’educazione alle differenze deve essere
strutturata secondo le competenze cognitive e relazionali dello specifico
gruppo classe, attraverso l’utilizzo di metodologie attive che coinvolgano
tutti in un compito condiviso. I giochi
di cooperazione, le situazioni reali simulate, il lavoro di gruppo, il
“mettersi nei panni..”, “far finta
di..”, favoriscono un buon clima di classe, stimolano la fiducia, la
comunicazione e la socializzazione. Sono tutte strategie che permettono quindi
di contrastare pregiudizi, anche non dichiarati, e modelli sociali negativi.
Uno stimolo in più è dato dall’utilizzo di modalità di comunicazione
plurimediali (disegno, fotografie………)
che valorizzano i contributi e le abilità di ogni studente.
Ogni attività, se condotta con le modalità
evidenziate prime, permette di accompagnare gli studenti a nuovi vissuti di “rispetto
delle differenze”.
Alla classe verrà fatto notare
che dichiarare
di essere a favore della parità non basta, occorre praticarla ogni giorno, rispettando
la diversità altrui.
È importante che gli alunni riflettano sul fatto che un
valore è tale quando si traduce in azioni, piccole o grandi che siano e che la
diversità di ognuno é una risorsa, uno strumento di
scambio e di crescita e non un ostacolo. E’ importante far loro capire che identità e diversità sono concetti complementari ed
ognuno può interpretare ruoli diversi, arricchendosi di volta in volta di nuove
consapevolezze. In questa esperienza l’interazione diventa un terreno fertile,
solo così si può raggiungere la convivenza democratica e pacifica, arricchita
da quel dibattito di idee che rende vitale la democrazia, costruttivo il
confronto e creativa la società. È nella scuola che nasce la curiosità e
l’interesse per l’altro, unica arma capace di combattere l’intolleranza, senza
annullare le differenze e soprattutto senza appiattirle con l’indifferenza.