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Conoscenza collettiva, cultura planetaria, persona consapevole … new media education
di Patrizia Appari
Nel nostro tempo la scienza e la tecnologia pervadono la nostra vita in modo invadente ed insistente: da esse dipende il nostro modo di osservare e di pensare la realtà. Il ventesimo secolo è stato l'età delle rivoluzioni: non solo apprendiamo di più, ma lo apprendiamo in modo diverso. Se prima l'invenzione teorica precedeva la ricaduta tecnologica, ora la tecnologia si estende quasi in piena autonomia dalla scienza tanto da autogenerarsi. Le tecnologie dell'informazione si stanno evolvendo attraverso una successione di prodotti per i quali non sono disponibili teorie o orientamenti in grado di trarre un bilancio su possibilità e limiti di questi sviluppi. Siamo di fronte ad una separazione fra ciò che l'uomo è e ciò che l’uomo sa fare. Non è ancora avvenuta un’analoga evoluzione della conoscenza umana, che permetta all’uomo il governo di ciò che è diventata la tecnologia. La persistenza di tali comportamenti rischia di rendere gli individui gregari della tecnologia.Tale cambiamento di paradigma postula la necessità di entrare nel merito di nuove categorie che permettano all’individuo di ridefinire il rapporto con la natura e con la conoscenza. Se oggi la 'teoria dell'apprendimento lineare" è in crisi (1), allora non si può più pensare al processo di insegnamento/apprendimento come un puro passaggio da un soggetto all'altro, come è stato fatto dalla gran parte della nostra tradizione didattica. Affinché i contenuti e le procedure che vengono proposti dagli insegnanti non si sovrappongano semplicemente alle conoscenze già possedute, ma interagiscano con queste ultime provocando un continuo confronto, consolidamento e verifica delle stesse, permettendo così una loro ristrutturazione attraverso nuovi e più ricchi modi di connessione ed organizzazione, è necessario trovare efficaci collegamenti tra i contenuti di insegnamento e le nuove e diversificate esperienze degli allievi. L'immagine del reticolo aperto può rappresentare un progetto educativo coerente con il modello sistemico proposto dalla filosofia, dalla psicologia, dalla sociologia, dall'informatica che si muovono di complessità in complessità; esso infatti può evidenziare come gli oggetti dell'apprendimento siano interconnessi ed interagenti uno con l'altro e che proprio dalla loro interazione nasce la conoscenza.Oggi si parla di intelligenza connettiva, la quale, secondo Derrick de Kerckhove, si riconosce come nuova possibilità di risolvere problemi utilizzando il potere creativo e moltiplicativo delle reti umane (tanto on line che face to face), mescolando, attraverso approcci collaborativi, esperti e non esperti negli stessi gruppi che lavorano in un campo di tematiche da elaborare attraverso prestazioni creative. Si parla di intelligenza collettiva che, per Pierre Levy, è “un’aspirazione, una forma utopica che non richiede secessione dalle altre epoche”(2), dove il valore dell’intelligenza individuale è portato al massimo grado dal fatto che le tecnologie permettono comunicazioni in tempo reale; dove le reti telematiche rappresentano l’intelligenza collettiva all’opera; dove l’intelligenza è distribuita ovunque e i nuovi media rendono possibile ovunque e subito l’integrazione dei saperi individuali.La conoscenza è un reticolo dinamico, una struttura olocinetica in cui ogni parte è interconnessa con le altre: dalla connessione con le parti deriva la struttura dell'intera rete. La rappresentazione del reticolo può essere esplorata e compresa partendo da un punto qualsiasi, poiché non vi è né base né sommità, né è possibile definire una posizione privilegiata. Non esiste così un obiettivo terminale da raggiungere né si tende ad un equilibrio, essendo il "non equilibrio" necessario per l'evoluzione.La società, oggi, vive non di progressi lineari, ma di conflitti e tensioni. Prendere coscienza delle diversità e degli intrecci che attraversano anche i saperi scientifici è un presupposto indispensabile per ogni discorso sul ruolo della scienza nella formazione del cittadino.Una profonda ignoranza si accompagna, però, al moltiplicarsi delle conoscenze. "Sappiamo di non sapere" un'infinità di cose. Ma siamo anche potentemente influenzati da quelle cose che "non sappiamo di non sapere". Dobbiamo imparare a rendercene conto. Dobbiamo imparare a osservare le nuove difficoltà con occhi nuovi, rinunciando al riflesso condizionato di ritrarci nei facili schemi del pensiero tradizionale.La nostra tradizione didattica, preoccupata più dei contenuti delle diverse discipline che della loro struttura e dei processi di apprendimento, ha sempre proposto programmi didattici in progressione, che partivano da ciò che era ritenuto "semplice" per giungere a ciò che era ritenuto "complesso". Un'adeguata consapevolezza epistemologica ha dimostrato che questa progressione non rispetta affatto le strutture disciplinari infinitamente più complesse, interattive, meno lineari.La conoscenza è un'avventura continua ed aperta che crea ad ogni istante la sua propria finalità in un processo il cui risultato preciso è fondamentalmente imprevedibile.Ed avventura è senz'altro il termine più adatto per caratterizzare il processo della conoscenza e della cultura, quale ci è suggerito dall'epistemologia contemporanea. “Si tratta però di un'avventura molto scomoda per gli insegnanti e per gli educatori che non possono più in tal modo trovare giustificazione "scientifica" che avvalli le loro pratiche tradizionali, i loro principi metodologici, le loro tecniche didattiche, i loro programmi. ............ ma anche un'avventura esaltante che spinge ad inventare un progetto educativo dove l'inizio del cammino può essere ovunque, la direzione qualsiasi, i passi diseguali, le tappe arbitrarie, l'arrivo imprevedibile, ma dove per questo tutto è coerente". (3) La tolleranza, la pluralità, lo spirito critico, l’identità consapevole, l’autonomia di pensiero sono i valori di un nuovo umanesimo.La nascita del nuovo paradigma cognitivo comprende la rilettura dello sviluppo concettuale delle scienze insieme a quello della tecnologia attraverso nuove strategie di sviluppo creativo della conoscenza.Una così grande responsabilità non può essere solo dominio di pochi. Deve essere un impegno consapevole e compartecipato.La compartecipazione implica il riconoscimento della tecnologia come sinergia tra i diversi sistemi tecnici di registrazione della cultura, tra i diversi sistemi simbolici di comunicazione della cultura, tra le differenti funzioni comunicativo-didattiche da affidare a media diversi, individuando all'interno dei mezzi le differenze simboliche, semantiche, espressive e creative in relazione agli obiettivi formativo-didattici stabiliti. Gli stili comunicativo-relazionali dovranno essere ripensati attraverso forme di collaborazione cooperativa centrate sui nuovi media ed attente ai bisogni, alle aspirazioni, alle diversità delle persone.Gli stili di insegnamento dovranno tenere conto dell'indispensabile ripensamento dei saperi per ricostruire un assetto culturale all'interno dei quale la dimensione disciplinare e quella reticolare (dei saperi trasversali e dei collegamenti tra le diverse aree) costituiscano i poli di un campo di tensioni costruttive, sostenute da un costante impegno di ricerca e di proposizione.Connettivo e collettivo sono solo due aspetti dell’ l’intelligenza. La competenza dell’insegnante deve spostarsi verso la provocazione che spinge ad apprendere e a pensare. La sua attività sarà incentrata sulla costruzione e la gestione degli apprendimenti come scambio delle conoscenze, mediazione razionale e simbolica, personalizzazione dei processi e dei percorsi di apprendimento. La tensione verso una conoscenza collettiva, una cultura planetaria abitata da persone consapevoli include, nell’ambito dell’insegnamento, la competenza per l’uso di nuove potenzialità nella condivisione di conoscenze mediate dalle tecnologie, le quali, implicando rinnovate relazioni tra scienza e mente individuale, favoriranno il passaggio da un sistema adattativo dell’istruzione ad un sistema innovativo improntato alla generazione creativa del sapere.
(1) Le ricerche più recenti sui processi di apprendimento hanno messo in evidenza sempre più chiaramente come l'acquisizione di nuove conoscenze sia un processo nel quale l'individuo che apprende abbia un ruolo attivo di rielaborazione e riorganizzazione delle informazioni e, soprattutto, sia il luogo dove le conoscenze di cui già dispone e il modo in cui esse sono organizzate costituiscono il filtro attraverso il quale passano le informazioni nuove ed il criterio utilizzato per accettarle o per respingerle
(2)- Pierre, Levy, L'intelligenza collettiva. Per un'antropologia del cyberspazio, Feltrinelli , 2002
(3) D. Fabbri Montesano, A. Munari - Le strategie del sapere. Verso una psicologia culturale - Bari, Dedalo, 1984