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Indicazioni 2012, alcune riflessioni
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Indicazioni 2012, alcune riflessioni
di Clementina Todaro e Maria Castelli (componenti gruppo di lavoro Indicazioni Fioroni)
A confronto con le Indicazioni Moratti, queste sono altra cosa, andrebbe benissimo tutto. A confronto con le Indicazioni Fioroni, queste sono più chiare e leggibili e rappresentano un passo avanti per diversi aspetti. Tuttavia segnaliamo alcune incongruenze.
* Negli Aspetti generali, Organizzazione del curricolo, si legge che: “…i docenti avranno attenzione all’integrazione fra le discipline … dovranno tendere al superamento dei confini disciplinari … per promuovere competenze che necessitano dell’apporto simultaneo di più discipline …”
La questione della trasversalità/dell’integrazione fra le discipline è cruciale e non può essere enunciata negli Aspetti generali, spesso ripresa e poi in gran parte demandata ai docenti per l’attuazione nel curricolo e nei percorsi disciplinari, senza il supporto degli esperti disciplinari: nel testo gli esempi sono troppo pochi e un po’ scontati. Solo dalla conoscenza approfondita di una disciplina scaturiscono infatti gli aspetti trasversali. I docenti devono poter contare almeno su un buon numero di esempi significativi che siano d’aiuto nella progettazione di percorsi finalizzati all’ integrazione delle conoscenze da parte degli alunni, soprattutto adesso che si è tornati nella scuola primaria in molti casi al docente prevalente, che per forza di cose, dovrebbe avere una competenza disciplinare sicura solo in alcune discipline, non certo in tutte. Nella bozza, ad es. in Geografia vengono messi in evidenza alcuni dei numerosi possibili collegamenti con le altre discipline, anche per la natura della disciplina stessa.
In Scienze, sono evidenziati quelli con Matematica che erano presenti già nell’85: la misura e le attività di Logica proponibili nella Primaria (classificazione, nessi logici).
In Italiano, si sottolinea giustamente che il conseguimento degli obiettivi è il risultato del lavoro di tutti i docenti in tutte le discipline.
Tutte le altre discipline invece viaggiano un po’ per la propria strada, indipendentemente dalle altre, in particolare la Matematica, contrariamente a quanto scritto negli obiettivi generali del processo formativo e nel profilo dell'allievo nelle competenze al termine del primo ciclo. Nel testo degli obiettivi di apprendimento della Matematica devono essere quindi enunciati i collegamenti e le interazioni tra la matematica, le scienze e la tecnologia.
* Si definisce la scuola come comunità professionale, come luogo di studio, ricerca e formazione da parte dei docenti: una scuola sognata ! Con quali risorse / riferimenti normativi che mettano a sistema e valorizzino questo modo di “essere scuola”? Le Indicazioni del 2007 non sono neppure state lette da molti colleghi. Se l’entrata in vigore di queste nuove non sarà accompagnata da una capillare formazione, accadrà la stessa cosa. Il testo di Scienze è apprezzabile per la semplicità della presentazione, ma alcuni nodi sono stati semplicemente nascosti, rispetto alla versione 2007.
Ne indichiamo alcuni di seguito.
- Per la scelta dei contenuti si fa riferimento ad un breve elenco di "organizzatori concettuali" e ad alcuni esempi di casi emblematici: andrebbero entrambi completati.
- Non c'è nessun riferimento alla pratica della documentazione, come invece è giustamente ricordato per la scuola dell'infanzia e in più punti della premessa generale.
- Nei traguardi per lo sviluppo di competenze al termine della scuola secondaria di primo grado e negli obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola secondaria di primo grado, relativamente alla Biologia, non si fanno riferimenti espliciti ai processi evolutivi. E’ facile il fraintendimento sul concetto di specie, sulle forme comuni nei cambiamenti e nelle trasformazioni dei viventi che si svolgono nel tempo (identità, trasformazione, variabilità, adattamento, organizzatori concettuali fondamentali per capire la complessità dei sistemi viventi). Occorrerebbe quindi aggiungere un obiettivo per introdurre esplicitamente un discorso sui processi evolutivi: solo così si metterebbero gli alunni in grado di comprendere anche il senso delle grandi classificazioni, senza far torto al pensiero darwiniano.
-Sono ridimensionate le conoscenze scientifiche riguardanti l'ambiente, che dovrebbero concorrere all’educazione ambientale. In più obiettivi di apprendimento si fa riferimento all'ambiente, ma in modo generico, per fili di discorso e non per organizzatori concettuali. Si viene così a separare il discorso sull'ambiente dai viventi, dal loro corpo, dalle loro trasformazioni e dalla materia. Nelle Scienze biologiche e naturali il concetto di ecosistema sostituisce quello più generico di ambiente quando lo scopo è lo studio delle interazioni. Inoltre si privilegia l'approccio basato sui danni provocati dall'uomo, prospettando una divisione netta tra natura (ecosistema naturale) e cultura ( ambiente cambiato dall'uomo), visione che è superata. I comportamenti di rispetto per l'ambiente auspicati dai traguardi e declinati negli obiettivi di apprendimento non possono avere solo un fondamento etico, ma si sviluppano e mettono radici solo se sostenuti dalla conoscenza. Occorre quindi esplicitare le conoscenze ecologiche negli obiettivi di apprendimento.
Giustamente si fa riferimento all’opportunità di spazi e tempi lunghi nell’insegnamento, alla dimensione sperimentale che richiede anche uscite all'esterno, ma come si rende possibile tutto questo?
28 giugno 2012