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Un sistema educativo meglio conosciuto e valutato
diventa migliore, esce dalla autoreferenzialità e si impegna a rendere
conto dei propri risultati. Proponiamo alcune schede di sintesi a cura
di Giancarlo Cerini, per ricostruire la cornice culturale e
istituzionale in cui trovano posto le numerose azioni valutative che
ogni scuola è chiamata a svolgere. Con uno sguardo ai possibili scenari
futuri.
Da alcuni mesi è stato approvato il nuovo Regolamento sul
Sistema di Valutazione (d.p.r. n. 80/2013), da qualche settimana si è
insediato il nuovo presidente dell’Invalsi, la prof.ssa Annamaria
Aiello, psicologa dell’apprendimento e, infine, da qualche giorno è
all’opera il nuovo ministro dell’istruzione Stefania Giannini. È
evidente che questi eventi potranno produrre notevoli cambiamenti nella
cultura e nelle pratiche valutative degli insegnanti e delle scuole.
Sono molti gli interrogativi che si affacciano sulla scena:
rimarranno le prove Invalsi obbligatorie per tutte le scuole (come
oggi), oppure si tornerà a prove di carattere campionario? E l’esame di
3a media continuerà a prevedere il test Invalsi al suo interno, con un
peso che sembra spropositato? Ed ancora, vedranno la luce i modelli
nazionali di certificazione delle competenze per gli allievi di 5a
elementare e di 3a media? Cosa accadrà alle oltre 700 scuole visitate in
questi mesi da apposite equipe Invalsi, nell’ambito dei progetti VALES e
VM… si passerà ai piani di miglioramento e rendicontazione sociale? Ed
infine la domanda più delicata: in materia di valutazione delle
professionalità di dirigenti e docenti, si faranno passi (decisi) in
avanti come sembra di capire dalle dichiarazioni del nuovo ministro
Giannini?
Si rende necessaria una vera e propria agenda della valutazione, in cui scandire i vari passaggi, che andrebbero maggiormente condivisi con la scuola.
Infatti, negli ultimi anni si è alzata la pressione della valutazione
nei confronti della scuola, nella convinzione che un sistema educativo
meglio conosciuto e valutato diventa migliore, esce dalla
autoreferenzialità e si impegna a rendere conto dei propri risultati. Se
c’è autonomia ci deve essere responsabilità e quindi valutazione.
Tuttavia, l’uso massiccio dei test di apprendimento produce anche
effetti collaterali preoccupanti e spesso induce insegnanti, genitori,
dirigenti, a dare un peso eccessivo ai punteggi delle prove, e quindi a
dedicare uno spazio eccessivo alla preparazione ai test, alle
simulazioni, alle esercitazioni. E soprattutto occorre limitare la
pubblicità dei dati per non far scattare una scorretta competizione alle
scuole a suon di “item”!
In questi campi ci aspettiamo novità dall’Invalsi, in modo che le
prove siano sempre più utili e coerenti con una buona didattica. Ad
esempio, il Comitato Scientifico Nazionale per le Indicazioni vorrebbe
che le prove fossero spostate ad inizio anno (e non alla fine), proprio
per evidenziare il loro valore diagnostico e conoscitivo. Così, pure, si
percepisce una certa sofferenza per l’utilizzo del voto nelle scuole
del primo ciclo, a seguito della legge n. 169/2008 poi regolamentata dal
dpr n. 122/2009. Si fa strada l’idea di una revisione in profondità del
Regolamento, guardando un po’ di più a quello che succede negli altri
paesi europei, dove la qualità dei risultati non è spinta dai voti, ma
da forme più discorsive di valutazione autentica.
Nei prossimi mesi dovrebbero essere presentati anche i nuovi modelli
per la certificazione delle competenze nella scuola di base, non però
come decreti definitivi ma come bozze su cui aprire un confronto con le
scuole che potrebbero adottare in via sperimentale i nuovi strumenti per
metterli alla prova. Solo dopo un periodo di rodaggio si avrebbe
l’approvazione definitiva. Ma occorre decidere se la certificazione deve
avere un valore legale oppure formativo, di descrizione di progressi
degli alunni e - perché no? - dei loro talenti. La qual cosa mal si
concilia con l’idea di standard. Ogni punto dell’ideale agenda della
valutazione merita di essere approfondito e di trasformarsi in un
cantiere di innovazioni praticabili con il concorso delle scuole.
Non mancheremo di seguire, dalle pagine di questo sito, le novità in materia di valutazione. Per ora presentiamo alcune schede di sintesi
per ricostruire la cornice di riferimento culturale e istituzionale in
cui trovano posto le numerose azioni valutative che ogni scuola è
chiamata a svolgere.
Valutazione di sistema. Un quadro di riferimento (schede di sintesi a cura di Giancarlo Cerini)