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Il laboratorio come mappa di percorsi esperti
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di Patrizia Appari
La
concezione dell’apprendimento come trasmissione di informazioni e di
conoscenze, privilegia una pratica più descrittiva che creativa, l’unità
didattica viene considerata come un livello intermedio che, nella linea della
scomposizione possibile di un sapere, porta ad individuare un grado di relativa
organizzazione delle conoscenze in un processo di scomposizione infinita.
Nel laboratorio invece, attraverso la realizzazione didattica delle Unità di
Apprendimento, si possono definire rappresentazioni attrezzate di conoscenze ed
esperienze, le conoscenze ed esperienze vanno considerate insieme, nella loro
realizzazione esiste la possibilità di fare nuove scoperte concettuali e
conoscitive, di soffermarsi su un’analisi riflessiva che consente alla
conoscenza di procedere.
Il
laboratorio diventa così una mappa condivisa di conoscenze dichiarative e
procedurali, a partire dal modo diverso di apprendere degli allievi e quindi
degli obiettivi di apprendimento stabiliti, progettata unitariamente
da insegnanti esperti nella stessa area di conoscenze e di saperi.
La
didattica laboratoriale può costituire uno stimolo per intervenire sulle
singole discipline ai vari livelli di apprendimento e di sviluppo nella piena
consapevolezza che spesso è necessario agire non sulla quantità ma sulla qualità e sul metodo.
Il
laboratorio è perciò inteso in un’ottica costruttivista, come ambiente di
apprendimento, come contesto fisico, culturale e virtuale che acquista il
carattere di una impalcatura (scaffolding) costituita da supporti di varia
natura, in virtù della quale si ritiene possibile far emergere processi
acquisitivi o dinamiche che possono favorirli.
Il
laboratorio e la didattica laboratoriale non sono un elemento separato delle
attività educative e didattiche: devono diventare le attività educative e
didattiche.
Il
dirigente scolastico e i docenti di un'istituzione scolastica possono gestire
l'organico di istituto in modo da poter organizzare tempi, spazi e
risorse, al fine del raggiungimento degli obiettivi di apprendimento,
attraverso l'uso di modalità di lavoro laboratoriali.
Ogni
istituzione scolastica predispone, con la partecipazione di tutte le sue
componenti, il Piano dell'offerta formativa; tale Piano è il documento
fondamentale costitutivo dell'identità culturale e progettuale delle
istituzioni scolastiche ed esplicita la progettazione curricolare,
extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano
nell'ambito della loro autonomia.
Il Piano, coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e
indirizzi di studi determinati a livello nazionale riflette le esigenze del
contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto
della programmazione territoriale dell'offerta formativa.
Le
istituzioni scolastiche determinano in esso il curricolo obbligatorio per i
propri alunni in modo da integrare la quota definita a livello nazionale con la
quota loro riservata che comprende le discipline e le attività da esse
liberamente scelte. La determinazione del curricolo tiene conto delle diverse
esigenze formative degli alunni concretamente rilevate, della necessità di
garantire efficaci azioni di continuità e di orientamento, delle esigenze e
delle attese espresse dalle famiglie, dagli Enti locali, dai contesti sociali,
culturali ed economici del territorio.
Nella
determinazione del curricolo le istituzioni scolastiche precisano le scelte di
flessibilità.
Il
mandato delle istituzioni scolastiche e dei docenti è quello di individuare gli
obiettivi di apprendimento adatti e significativi per i singoli
allievi che si affidano al loro peculiare servizio educativo, compresi quelli
in situazione di disabilità, e di progettare le Unità di Apprendimento
necessarie a raggiungere tali obiettivi e a trasformarli in reali competenze di
ciascuno.
L’identificazione degli obiettivi di apprendimento individua le dissonanze
cognitive e non cognitive degli allievi e considera, se e quando, attraverso
quali apposite mediazioni professionali di tempo, di luogo, di qualità e
quantità, di relazione, di azione e di circostanza, aspetti dell’uno e degli
altri possono inserirsi nella storia narrativa personale o di gruppo degli
allievi.
Per queste ragioni la progettazione dei laboratori va inserita in un contesto
più esteso di progettazione dell’attività didattica dove la flessibilità si avvale di uno strumento
fondamentale che è proprio la progettazione, con la quale la scuola cerca di
rispondere in modo mirato e funzionale ai bisogni di ogni singolo alunno, dove
si costruisce l’offerta formativa adeguata alle diverse aspettative e alle
esigenze del territorio.
Un’attività
laboratoriale può essere svolta come progetto disciplinare, interdisciplinare,
pluridisciplinare; come ricerca, come sperimentazione. In qualsiasi caso essa
necessita, al suo termine, di una fase di riflessione metacognitiva che, solo
così, la configura come ipotesi concreta di innovazione didattica e
metodologica che consente di rivedere gli spazi ed i tempi della didattica
superando la lezione frontale con un insegnamento basato sulla ricerca e sul
fare.
L’introduzione
della metodologia dei laboratori nella scuola può spingersi come pretesto per
la rivisitazione delle modalità di progettazione delle quali ciascun gruppo di
lavoro si avvale e giungere alla condivisione di modelli più avanzati di
elaborazione didattica comuni all’intero istituto.
La
metodologia dei laboratori implica la ricerca della coerenza nelle pratiche,
della trasversalità degli obiettivi, della flessibilità dei percorsi,
dell’integrazione delle offerte, della definizione degli strumenti di
valutazione e comprende la visibilità e la
documentazione dei risultati prodotti.
Proponiamo un percorso di progettazione inerente la metodologia dei laboratori strutturato in fasi, le quali, comprendono le tappe del processo di progettazione e gli interrogativi sui quali riflettere prima della predisposizione di ogni fase al fine di una condivisione di ciascun significato contenuto nel percorso.
1.
Progettare i laboratori |
Costruire un percorso |
Partire
dall’analisi dei bisogni degli allievi, dalle loro esperienze per selezionare
l’obiettivo di apprendimento presente nella progettazione didattica. |
Individuare l’obiettivo di apprendimento.
Quali i contenuti essenziali della disciplina? |
Scegliere
un traguardo di sviluppo delle competenze/risultato di apprendimento |
Scegliere un traguardo/risultato
di apprendimento.
Imparare a …che cosa significa?
Stabilire conoscenze,
abilità, indicatori, descrittori.
Individuare le connessioni
interdisciplinari. |
Analizzare
il nucleo fondante scelto. |
Definire la struttura concettuale del nucleo scelto.
Quali concetti?
Quali contenuti?
Quali atteggiamenti? |
Decidere
i compiti di apprendimento necessari per perseguire il traguardo formativo. |
Organizzare il compito.
Quale organizzazione? Fasi, conduzione.
Quali tempi? Quali materiali?
Quali verifiche? |
Definire
tempi e relazione nel laboratorio. |
Utilizzo del laboratorio.
Come viene svolta l’attività
laboratoriale per la realizzazione del compito?
Prassi, esperienze di approfondimento,
durante lo sviluppo del compito?
Quale relazione tra le attività di laboratorio
e le attività necessarie condotte con altre metodologie? |
2.
Organizzare i laboratorio |
|
Spazio
mentale |
Focalizzare le operazioni necessarie,
oggetto dell’attività laboratoriale.
Definire
e padroneggiare le procedure da tradurre in consegne per gli allievi.
Strutturare
il compito finalizzato alla scoperta da parte degli allievi (previsione di
più risposte plausibili per la discussione, il confronto, la riflessione, la
metacognizione).
Stabilire
la forma del prodotto finale.
Stabilire
la sequenza di azioni.
Stabilire
i momenti di riflessione e discussione. |
Spazio
fisico |
Progettare il contesto relazionale:
gruppi, struttura della cooperazione, natura sociale dell’apprendimento.
Predisporre strumenti,
materiali (interni, esterni). |
Tempi |
Calcolare il rapporto tempo/azione.
Quale risultato ottenere/raggiungere? |
3.
Realizzare l’attività |
|
Introduzione |
Attivare momenti di
crescita cognitiva e metacognitiva.
Ricercare le preconoscenze
per iniziare l’attività.
Suscitare la motivazione
attraverso domande significative. |
Pratica in laboratorio |
Consegne: operative,
produttive.
Approccio: induttivo,
ipotetico-deduttivo.
Strategie: ricerca delle
strategie necessarie a risolvere il problema.
Metodo: condivisione,
confronto sulle procedure. |
Verifiche |
Sviluppo di strumenti di
controllo processuale, metacognitivo (strategie, modi di apprendimento).
Generalizzazione,
trasferimento. |
4.
Controllare gli esiti e valutare |
|
Discussione |
Definire
modalità di confronto dei risultati ottenuti tra gli allievi. |
Autovalutazione |
Definire
criteri e strumenti di autovalutazione. |
Valutazione |
Definire
criteri e strumenti di valutazione. |