Cerca nel sito
Registrati
Diventare insegnanti
Articoli
Amici
Scuola infanzia
Raccontiamo storie ai bambini...
Novità
LIM
Formazione
Per gentile concessione ...
Metodi e tecniche a cura di Patrizia Appari
Le nostre pubblicazioni
Ultim'ora
La buona scuola
Valutazione e miglioramento
Revisione Indicazioni nazionali scuola infanzia e primo ciclo istruzione
Riforma scuola secondaria
Recentissime
Articoli
Competenze, valutazione, curricolo
- Dettagli
- Visite: 5901
di Patrizia Appari
La rappresentazione
di curricolo ha come punto centrale il concetto di competenza intesa come consapevole padronanza di conoscenze, abilità, capacità personali,
sociali e metodologiche agite attraverso intenti autonomi e responsabili,
attraverso i saperi che hanno principio dai contesti di apprendimento
motivanti.
La scuola è invitata ad elaborare il suo modello di curricolo in relazione al suo
specifico oggetto: lo sviluppo dell’apprendimento, ormai
diventato uno dei diritti fondamentali (art. 21 – Legge n. 59/97) di precipua
competenza della scuola e che solo essa può affrontare essendo sua responsabilità rispondere al proprio
irrinunciabile contenuto. In questo contesto la scuola diventa un luogo di
esperienza, di approfondimento e di studio di problemi che si ritengono
significativi per i soggetti che li affrontano.
Per entrare nel
merito della revisione dei curricoli è necessario soffermarsi sul concetto di disciplina. Tale concetto induce la scuola ad affrontare, mediante una riflessione continua, l’oggetto stesso della disciplina (i contenuti) in modo tale da renderlo
compatibile e adattabile a ciascuna specifica cultura. Il criterio col quale la
scuola affronta il tema dei contenuti e della loro ripartizione disciplinare ha
come motivo lo sviluppo
dell’apprendimento e non l’oggetto specifico della ricerca epistemologica. E’ necessario allora entrare nel merito della disciplinarità ovvero delle competenze tipiche di una disciplina,
le quali, sono date da aspetti monocognitivi e metacognitivi che strutturati intorno
all’alfabeto culturale proprio della disciplina (contenuti, linguaggi, punti di
vista interpretativi, dispositivi euristici, metodi) costituiscono gli oggetti di apprendimento.
La selezione delle
conoscenze deve avvenire in termini di essenzialità: il
criterio decisivo per la scelta delle conoscenze diviene il valore formativo da coniugare con le
competenze da perseguire. Le competenze dichiarate nei documenti ufficiali
costituiscono un presupposto logico e cronologico per la procedura di
organizzazione del curricolo.Ogni scuola deve ricercare
il proprio modello di organizzazione del sapere da orientare
agli apprendimenti e non alla logica interna propria di una forma culturale; il
modo attraverso il quale la scuola organizza il suo sapere può anche
linguisticamente coincidere con quello della classificazione della scienza ma
non può diventare omologo alle sue forme e al suo contenuto. Nell’individuazione
dei contenuti occorrerà, quindi, per ogni disciplina, approfondirne lo statuto epistemologico (oggetto,
linguaggio, codici, metodi) e la
finalità formativa assegnata
a ciascun contenuto. La chiara consapevolezza delle finalità formative,
strettamente correlate alle competenze, che ogni istituto si assegna, è
in grado di orientare la scelta delle conoscenze, le quali, devono essere
selezionate e strutturate in termini di essenzialità
e tenendo conto degli elementi di caratterizzazione tipici di ciascuna
disciplina, non trascurando le interconnessioni tra i saperi che agevolano la
riflessione sulla pluralità dei linguaggi (verbali, non verbali e della
tecnologia.
Dall’osservabilità
delle competenze conclusive,
specifiche e trasversali ai periodi scolastici (livelli di prestazione raggiunti dall’allievo e autovalutazione delle metodologie didattiche
attivate dai docenti) di ciascun ordine di scuola si passa alle conoscenze e
competenze relative alle discipline che vengono collocate temporalmente in
ciascun ciclo configurando un percorso
progressivo di competenze intermedie.
La definizione delle competenze conclusive ed intermedie
permettono l’individuazione dei
contenuti essenziali,
irrinunciabili e la ricerca delle possibili interconnessioni tra i diversi ambiti del sapere.
Le competenze
trasversali devono rappresentare l’esito di un insieme formativo che va
pensato senza definire meccanicamente i suoi oggetti costitutivi e le sue parti strutturali: fondato
sulla pluralità dei linguaggi e quindi in grado di porre i giovani nella
condizione di contestualizzare le conoscenze, facendo loro acquisirne la
consapevolezza.
Da un
approccio lineare tra discipline affini, si passa poi all’utilizzo di apparati critici e metodologici
appartenenti a diversi campi culturali, per culminare in una mappa di intersezioni disciplinari,
nella quale si esprime quella superiore
integrazione degli statuti scientifici possibile tramite la
formalizzazione della unità della scienza: la fluidità dei confini tra le
discipline, che si viene oggi talmente accentuando da costituire in qualche
modo uno dei tratti distintivi del sapere contemporaneo.
Nell’ottica sopra riportata il riorientamento dei curricoli
implica la rivisitazione del
complessivo impianto dei contenuti in stretta relazione con le
tappe relative allo sviluppo formativo degli allievi. I diversi aspetti che
costituiscono lo statuto di una disciplina e che necessariamente rimangono
invariati devono tenere in considerazione il processo di apprendimento che cambia rispetto allo statuto:
cambiano il tipo di rappresentazione, il livello di approfondimento, l’ampiezza
delle relazioni, la distanza del soggetto dall’oggetto: da un legame forte di
contestualizzazione dell’esperienza si passa alla decontestualizzazione e
all’astrazione.
Cambia l’approccio
della didattica:
dal semplice al complesso in una spirale che garantisca la progressività
dell’apprendimento in termini di competenze; dove struttura curricolare e
processi di apprendimento sono fortemente correlati e complementari; dove è
necessario considerare il mutamento richiesto dallo sviluppo evolutivo
dell’allievo rispetto alla stabilità dell’oggetto disciplinare; dove struttura
curricolare e processo di apprendimento sono tra loro strettamente collegati e
complementari.
I nuovi documenti relativi ai vari ordini di scuola
orientano una scelta metodologica che individua nel rapporto teoria/pratica,
esperienza/decisione, conoscenza/verifica, informazione/valutazione, la
dinamica fondamentale di un curricolo, dove, la sola conoscenza non consente di
raggiungere una reale comprensione dei fatti, dei concetti, delle idee; dove
occorre non separare l’apprendimento dalla molteplicità dei suoi volti che sono
comprensivi sia dell’aspetto cognitivo
sia di quelli operativo ed emozionale.
La modalità di approccio all’insegnamento introduce criteri che obbligano a selezionare i contenuti
e a individuare competenze che riguardano più discipline: nel dominio
dei linguaggi e della comunicazione “il sapere relativo alla comunicazione, alla gestione e trattamento delle
informazioni”; nel dominio dell’esperienza, “il sapere e saper fare”; nel dominio
della relazione interconnessa: “essere
consapevolmente attori dei cambiamenti e dell’individuazione di nuove nicchie
culturali”.
La certificazione delle competenze è strettamente correlata alla progettazione di un curricolo per
competenze. “La competenza è la capacità di portare a termine con successo un compito
mobilitando le risorse cognitive, relazionali, emotive e metacognitive, essa
implica non solo la mobilitazione delle risorse conoscitive, pratiche,
cognitive ma anche la mobilitazione di una serie di componenti relazionali,
emozionali, motivazionali e valoriali”. (N. Bottani)
Progettare per
competenze comporta
che nella valutazione degli allievi non ci si possa limitare a valutare la “restituzione”
degli input d’insegnamento. Occorre valutare un risultato di apprendimento come
punto di arrivo di un processo di costruzione che incorpora sia il suo oggetto,
sia i dinamismi mentali e i metodi attraverso i quali gli oggetti sono stati
costruiti e dei quali il soggetto, proprio attraverso la valutazione, come
ultima tappa del suo processo di apprendimento, diventa consapevole.
Nella
fase progettuale è necessario perciò definire il profilo delle competenze
attese chiarendo
quelle dimensioni nascoste della competenza che rivelano aspetti
fondamentali dei processi di apprendimento che sottostanno all’acquisizione di
abilità e conoscenze.
Si
tratta di circoscrivere attraverso l’analisi formativa della disciplina quali
concetti abilità, procedure di tipo disciplinari sono desiderati (rubriche di
valutazione), nel contempo i tratti disciplinari, così individuati vanno intersecati con
aspetti fondamentali del processo di apprendimento, quali, la motivazione, l’applicazione, la rielaborazione, la
generalizzazione, la dimensione sociale dell’apprendimento.