La progettazione nella scuola dell'infanzia
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Presentiamo in queste pagine un ricco e attento resoconto di che cosa vuol dire progettare nella scuola dell'infanzia e di quali sono le tappe necessarie per giungere ad una progettazione collegiale e condivisa.
L'esperienza narrata è stata svola nell'ICS Robecchi di Gambolò (Pv) e l'autrice dei contributi è Assunta Merola.
- La progettazione nella scuola dell'infanzia
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La programmazione nella scuola dell’infanzia di Gambolò
- La mappa progettuale, essa
è una breve sintesi di presentazione dell’intero progetto educativo, viene
consegnata ai genitori nel documento denominato “Contratto (in)formativo”
rilasciato a tutte le famiglie all’inizio di ogni anno scolastico.
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La programmazione educativa, identificata con un piano organizzativo, in cui
sono definite le scelte educative connesse al funzionamento interno ed esterno
della struttura scolastica. Gli elementi costitutivi della programmazione
educativa riguardano:
- il tipo di progettazione realizzata
- la realtà organizzativa della scuola
-
il numero alunni, l'organizzazione delle sezioni e le
turnazioni delle insegnanti
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l'offerta formativa
(descrizione dei progetti, esperti esterni, iniziative della scuola…)
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le date e la tipologia degli incontri collegiali.
5. La programmazione didattica si articola in due distinte fasi:
- elaborazione del progetto educativo, che prevede la scelta
dello sfondo, delle relative finalità, contenuti e metodologie e le principali
tappe di svolgimento;
- elaborazione dei progetti che prevedono l'individuazione
di finalità ed obiettivi, delle esperienze necessarie al raggiungimento degli
stessi, di indicazioni metodologiche e di lineamenti di verifica.
6. Il progetto educativo viene elaborato ex novo ogni anno; i
progetti, invece, possono o essere rielaborati e adattati al tema scelto per
l’anno scolastico o creati anch’essi ex novo per essere rispondenti allo
sfondo. Nei progetti si
valorizza la trasversalità fra i vari ambiti, che sono coinvolti nello svolgimento
dell'attività. L'intero percorso educativo e didattico viene valutato nel
corso degli incontri collegiali nell’ottica del continuo adeguamento del percorso grazie alla riprogettazione e documentato attraverso una documentazione
cartacea e fotografica a livello di sezione (facoltativa) e una documentazione
digitale (negli ultimi due anni attraverso la realizzazione di un blog).
- introduzione;
- le finalità e gli obiettivi principali;
- le esperienze principali;
- le più significativi opzioni metodologiche;
- i lineamenti e le modalità di valutazione.
Esempi pratici
1. Laboratorio teatrale
La casella centrale della mappa rappresenta lo
sfondo integratore, filo conduttore di tutto l’anno: il laboratorio teatrale. I
tre racconti (“L’uccellino Pippo”, “L’incredibile storia di Lavinia” e “La
storia di Pik Badaluk”) sono presentati e sviscerati attraverso la modalità del
laboratorio teatrale e poi utilizzati come mediatori nei diversi progetti per
facilitare il raggiungimento delle finalità, degli obiettivi e
dell’acquisizione delle competenze individuati. In questo caso lo sfondo
integratore scelto ha un campo d’esperienza privilegiato; questa impostazione,
però, non pregiudica la trasversalità e la coerenza fra i progetti.
2. Storia di Lavinia
Per ogni progetto vengono identificati in ogni
sezione le principali finalità che si intendono raggiungere. È facilmente
intuibile che questo schema di progettazione a maglie “molto” larghe
permette sia una facile contestualizzazione per rispondere meglio alla
realtà singolare ed originale di ogni sezione, sia una altrettanto facile
applicazione a diversi gruppi. È una modalità di progettazione che non
vincola né per la quantità dei contenuti ed esperienze, né per le
scadenze temporali, né per la tipologia delle attività individuali o
collettive, strutturate- semistrutturate – libere, che vengono determinate
in progress
.
3. La storia
di Pik Badaluk
Le osservazioni fatte nella
pagina precedente valgono anche per questa mappa. Rispetto alla
precedente, però, è stato inserito il progetto “Diventando grandi”, che
cronologicamente doveva essere presentato e sviluppato nell’arco
temporale dedicato alla terza storia, “La storia di Pik Badaluk”. È
possibile verificare la trasversalità e la coerenza delle esperienze non
solo nelle attività più direttamente legate alla didattica (rispetto a
finalità e obiettivi di
apprendimento) ma nella progettazione di esperienze che coronano il
percorso di un intero anno scolastico, quali la gita presso un museo
africano, o lo spettacolo di fine anno, che ha messo in scena la
drammatizzazione del racconto stesso.
4. Parole in rima
Nel libro “Parole
in rima” viene documentato il progetto educativo. Viene mantenuto lo “sfondo” fantastico con la scelta di uno specifico stile di
scrittura, quello delle filastrocche e delle rime. Dopo un periodo di scoperta
della potenza comunicativa ed evocativa delle rime, i bambini sono attivamente
impegnati a creare rime, filastrocche, poesie… Anche ricercando nelle
tradizioni orali di paese e nei ricordi d’infanzia di mamma, papà e nonni! Ogni
progetto, quindi, viene introdotto e arricchito di rime create con l’aiuto dei bambini!
La mappa ci ha permesso di visualizzare meglio quali aspetti dovevano essere inseriti
nel libro e quali sezioni si sono occupate di scrivere le filastrocche
originali per ogni progetto o ambito preso in considerazione.
5. Le Olimpiadi
Il progetto educativo ha portato i bambini a riflettere sull’immenso valore del
corpo, impareggiabile strumento di apprendimento, di sviluppo individuale
globale, di socialità, di relazione e di espressione del sé attraverso il
linguaggio non verbale del corpo. Viene
mantenuto il contatto con il mondo fantastico, grazie allo sviluppo di un
percorso denominato “Fiabe in musica” per
il periodo ottobre-dicembre, conclusosi con lo spettacolo di Natale. In questa
fase la riflessione dei bambini è stata finalizzata alla scoperta del corpo soprattutto nella sua dimensione
espressiva e artistica, con particolare riferimento alla danza e alla musica grazie all’uso della fiaba “Lo Schiaccianoci e il Re dei
topi” di cui è
stata realizzato un adattamento teatrale in musica e balletto. Si propone inoltre
una versione vuota della mappa per un’eventuale riutilizzo.
Il successivo sfondo dedicato a “Le nostre Olimpiadi” per il periodo
gennaio-giugno, che si è concluso con una manifestazione sportiva “OLIMPICA” in
cui sono stati protagonisti tutti i
bambini della scuola dell’infanzia. Lo sviluppo di tematiche legate alle Olimpiadi ha permesso ai bambini di riflettere sul
valore dello sport come elemento di aggregazione fra le persone e i popoli, su
valori quali la fratellanza, la solidarietà, la partecipazione, che fin
dall’antichità hanno caratterizzato questa manifestazione sportiva. Il
linguaggio d’introduzione e di collegamento dei e fra i diversi progetti è
stato, quindi, quello del corpo.
6. I libri
La narrazione delle storie dei libri permette ai bambini
sia di migliorare la propria percezione del sé e l’interazione con gli altri, sia di sviluppare progressivamente la
capacità di mettersi in contatto con l’altro. È stato sviluppato un percorso
educativo-didattico finalizzato al raggiungimento di competenze soprattutto
linguistiche, che , comunque, non ha pregiudicato la trasversalità dei progetti
e lo sviluppo di tutte le competenze individuate dai campi d’esperienza, sviluppando percorsi di narrazione e di sviluppo di
contenuti suggeriti dalle storie presentate. L’elemento di novità è costituito
dalla realizzazione di un laboratorio di costruzione di libri originali. A
partire dalla presentazione della filastrocca di Piumini “Se i libri fossero”,
dall’analisi delle diverse tipologie di libri per l’infanzia ogni sezione e
sceglie un tipo di libro e crea un libro originale nel testo, nella
rappresentazione grafica e nella scelta delle tecniche pittoriche
d’illustrazione.
7. Il progetto educativo
Il progetto educativo nel suo complesso deve fornire ai
bambini occasioni che facilitino l’uso e la sperimentazione delle diverse forme
d’intelligenza, valorizzando al massimo quelle più vicine alla propria
inclinazione e potenziando quelle più deboli. L’approccio alle intelligenze multiple
non modifica in modo sostanziale il consueto modo di progettare “sfondo
integratore”, progetti e mappa. Cambia
l’oggetto del progetto: non più un ambito del sapere, ma una forma di
intelligenza, che è la modalità e lo strumento per rappresentare, leggere,
codificare il sapere. Individuata l’intelligenza e le sue caratteristiche e
finalità il progetto individua le esperienze, la metodologia e gli elementi di
valutazione che permettono alle insegnanti di verificare il grado di
maturazione delle competenze relative all’intelligenza in questione e gli
eventuali aggiustamenti per interventi di personalizzazione o semplicemente di
prosecuzione del percorso. Ogni sezione, infine, sceglie una delle intelligenze
e documenta in modo ragionato il percorso educativo-didattico realizzato
nell’anno.