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Resoconto dell'intervento di Damiano Previtali

a cura di Chiara Dicorato

 

Durante l'incontro organizzato da LaboratorioFormazione come secondo seminario di approfondimento delle Indicazioni per il curricolo,  il Prof. Damiano Previtali, che ha fatto parte della commissione che ha elaborato il documento sulle Indicazioni ed è membro del gruppo di regia nazionale,  ha messo in luce attraverso una modalità narrativa molto coinvolgente gli aspetti  e i contenuti su cui la scuola deve interrogarsi al fine di diventare una comunità di buone pratiche e di ricerca azione.

L’intervento ha fatto emergere l’aspetto dinamico del documento visto come strumento di dialogo con le scuole e quindi con la possibilità di essere rivisitato e rielaborato dalle singole comunità locali per quanto riguarda gli aspetti afferenti all’autonomia delle istituzione: progettazione dei percorsi di apprendimento e ririorientamento dei curricola.

Nell’ottica dell’innovazione la centralità non è tanto delle Indicazioni, ma del curricolo che appartiene alla scuola e alla comunità locale: metodi, tempi, strumenti sono da individuare da parte di ogni singola istituzione scolastica costituendo così vere comunità professionali.

Le Indicazioni sono un documento leggero, hanno fissato traguardi prescrittivi relativi alle competenze e ai contenuti essenziali, ma lasciano alla comunità professionale l’individuazione dei percorsi, dei tempi, dei metodi, degli strumenti.
Questo richiede comunità professionali che sappiano dialogare e che facciano della formazione un’occasione di ricerca azione. Più le comunità sanno dialogare e avviare momenti di ricerca azione, più gli strumenti che verranno costruiti saranno di alto profilo professionale, in grado di promuovere le eccellenze delle scuole.Questa area aperta strettamente collegata, perciò, con la rivisitazione del concetto di formazione e di ricerca azione sarà poi oggetto di azione di monitoraggio e rendicontazione.

La lettura attenta delle Indicazioni  mette in evidenza l’idea di scuola come sistema sociale che ha  ancora una sua tenuta, a fronte di altri sistemi sociali che oggi sono fortemente in crisi come la famiglia e i centri territoriali di aggregazione giovanile. La scuola non può e non deve sconfinare in campi che non le competono, non deve essere sostitutiva della famiglia, dei centri di aggregazione giovanile. Per fare questo la scuola deve chiarire quali sono i suoi compiti formativi e come attraverso le discipline può perseguire lo scopo per cui è stata costituita: far maturare il senso di cittadinanza  e dare strumenti per un suo esercizio attivo.

Un‘altra idea forte che emerge è quella di persona e di saperi che tenga conto dei forti livelli di disorientamento che si evidenziano nei ragazzi. Su questo malessere, denunciato da più parti, la scuola non può non interrogarsi e rimettersi al centro del dialogo facendo propria una nuova idea di persona e di saperi attraverso strumenti quali l’attenzione, la sollecitudine, la prossimità, la cura.
Nasce da qui l’idea di un’identità personale, di persona che è dentro una comunità scolastica propedeutica alla comunità sociale, una persona che è definita in quanto è in relazione con l’altro, una persona che è sempre dentro un contesto connotato  dove ognuno deve poter usufruire delle migliori opportunità. La classe diventa il luogo dove ci si prende cura degli aspetti cognitivi, ma dove si presidiano anche le buone relazioni, i legami di solidarietà e cooperazione. Questo non può che avviare delle riflessioni sugli aspetti metodologici e didattici coerenti  con l’idea di persona che è sottesa nel nuovo scenario delle Indicazioni.

  • Come costituire gruppi che si ascoltano?
  • Come trasformare il gruppo in un gruppo di apprendimento?
  • Quali progettazioni e quali strumenti esplicitano le interconnessioni fra i saperi?
  • Come costruire l’idea  di discipline e saperi che dialogano,  fra loro in connessione?

Una scuola che si interroga e che cerca di guardare al documento nell’ottica di riorientare i propri percorsi, ha già iniziato il suo cammino per diventare una comunità professionale di buone pratiche.


Al termine dell’incontro sono state presentate dal direttore responsabile di LaboratorioFormazione piste percorribili per il riorientamento dei curricola.

 

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